È un evento raro, ma quando accade si parla di progetto perfetto.
Nella campagna pugliese tra l’architetto Luca Zanaroli e i padroni di casa, Jacopo e Monica, il feeling è stato immediato. Nel tempo si sono consolidati sentimenti di rispetto, fiducia, gratitudine, amicizia. Quello che i tre protagonisti desideravano dal profondo ha preso vita in un piano condiviso con il cuore e la testa. “È stato un percorso lineare, fluido, senza incertezze né imposizioni da una parte o dall’altra”, ricordano Jacopo e Monica. “Sognavamo una casa di vacanza che ci appartenesse completamente, pensata dalle fondamenta, un’architettura contemporanea che integrasse il più possibile il paesaggio circostante. Quando abbiamo scelto la Puglia, e ci siamo innamorati di un trullo circondato dagli ulivi, sapevamo già che non sarebbe stata la nostra abitazione, ma una presenza forte, centro visivo di un nuovo progetto, un’immagine della memoria da ammirare come un’opera d’arte, antica di 200 anni. Luca ha condiviso le nostre esigenze, ci ha guidato e rassicurato. È riuscito a conservare quel senso di felicità che dal primo momento questo luogo ci ha trasmesso, regalandoci una nuova sensazione di benessere e il piacere di un’estetica che ci appaga”. L’angolo della nuova casa preferito da Jacopo Giacomini, avvocato a Roma, è l’isola della cucina nel living, da dove ha sott’occhio il cielo attraverso il lucernario, i corridoi verso la zona notte, tutto il soggiorno e naturalmente l’esterno. Monica De Sario, impegnata nel mondo dell’arte contemporanea, dal tavolo da pranzo all’aperto ama guardare il risultato finale nel suo complesso, felice del dialogo creato tra le diverse architetture e tra queste e il paesaggio.

 

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L’architetto Zanaroli è stato piacevolmente sorpreso dal desiderio di Jacopo e Monica di voler comprendere il trullo all’interno di un disegno più ampio, che prevedeva la realizzazione di nuovi volumi. “Giovani, appassionati d’arte, di architettura e design quanto della cultura locale, hanno indirizzato il processo creativo verso forme diverse e innovative, e soprattutto sostenibili”, racconta il progettista. Le richieste erano chiare: una casa creata da zero, che potesse ospitare due famiglie nella reciproca privacy, una zona living da condividere, una dépendance riservata agli ospiti, una piscina e tanto spazio esterno attrezzato da vivere con gli amici.

“Ma soprattutto mi chiedevano di valorizzare il contesto naturale. L’idea è stata di realizzare una corte rurale delimitata su un lato dall’edificio preesistente (ora dedicato agli invitati), sugli altri due lati da un nuovo corpo a forma di L, e dalla piscina su quello a valle. Modificando leggermente le quote del terreno, la nuova architettura si trova a livello del trullo, che diventa parte integrante del nuovo contesto senza perdere la sua iconica identità”. Analizzando materiali, colori e texture dell’architettura tradizionale, Zanaroli ha concepito la costruzione partendo dalla rilettura del basamento in pietra posata a secco e rastremata alla sommità, che termina con una muratura intonacata di calce bianca, tipica di quelle zone.

“A contrasto, tra i due lati della L, ho quindi inserito un parallelepipedo, netto e squadrato, rivestito con doghe di larice nero, che contiene il living, la cucina e il pranzo. Negli interni, dalle superfici opache e dai colori scuri, ho lavorato sulla luce naturale: zenitale dai lucernari, per creare un’atmosfera morbida e rilassante, diretta per accentuare la percezione dell’ambiente circostante grazie a forti effetti di chiaroscuro”.
Così, la vetrata che inquadra la corte e il trullo diventa una sorta di schermo, su cui proiettare le immagini vive e mutevoli del paesaggio esterno.

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Credits: Elle Decor

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